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Annibale

Annibale, parlano di te !

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Bologna, 7/5/2004

Caro Michele, 

sono Piero di Bologna e penso che indirettamente già mi conosci. Ho avuto la fortuna di conoscere tuo padre nel 1980 e devo a Lui tutto ciò che sono riuscito a raggiungere in termini lavorativi e quindi anche umani. 

Ho saputo del tuo sito e ne ho anche parlato con un altro amico Giustino, entrato in banca insieme a me il 1° ottobre 69 ed insieme a me "scovato" e valorizzato da tuo padre. Abbiamo vissuto un periodo eccezionale con Lui, nel momento in cui si doveva attuare una struttura regionale  "pilota". In pratica veniva attuata una struttura parallela a quella commerciale, che doveva supportare le filiali per tutti quei compiti non strettamente correlati agli affari. 

A capo di tutta l'area vi era il Direttore Territoriale (De Nicolais, penso che ti dica qualcosa...) e a capo della struttura di supporto, con la gestione di tutto il personale dell'area, vi era tuo padre. 

Lui ha creato una task force per l'attuazione pratica del modello, della quale facevano parte sia io che Giustino, e con Lui abbiamo girato le principali filiali della regione, facendo riunioni, preparando il campo al nuovo modello per poi attuarlo.

A volte rientravamo a Bologna anche alle dieci di sera e ricordo con particolare piacere una volta in cui di ritorno da Piacenza, ci fermammo a mangiare a casa di mia madre.....stavamo vivendo un'esperienza che non si sarebbe mai più ripetuta! Inutile dire che riuscì a realizzare il progetto e che venne poi introdotto in tutt'Italia! ......

.....Ti abbraccio
Piero

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Ho visitato il sito. Ho letto il messaggio di congedo! 

Che dire!  E’ proprio lui !  
Un uomo che ha precorso i tempi e  che con la  sua straordinaria capacità analitica e sintetica ti sorprende sempre, e crea continua ammirazione con  il suo determinato anticonformismo nei confronti di chi si sente attratto da queste sue doti ma non possiede altrettanta determinazione. 

Nascosta ma a lui presente e a chi lo conosce una grande cultura umanistica di cui non ama fare sfoggio ma che lo ha reso umano e grande gestore di risorse umane.

Sono orgoglioso di averlo conosciuto e di essere stato oggetto della sua attenzione e dei suoi piani professionali

Grazie Piero, un caro saluto

Giustino

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14 maggio 2004

Caro Michele,

ho ricevuto da Piero  tutte le informazioni necessarie per accedere al sito che hai recentemente creato per ricordare tuo padre. Ho letto il suo congedo d’addio e ho riconosciuto il suo stile il suo pensiero il suo modo di essere; è un vero testamento spirituale. Il suo breve periodo a Bologna è stato per me denso, impegnativo, carico di lavoro e di crescita professionale, ma non ricordo un periodo diverso da quello in cui abbia lavorato tanto intensamente e tanto volentieri.

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Arrivò a Bologna all’inizio degli anni ’80 preceduto da una fama di  “cerbero  castigamatti” ; probabilmente tale fama era dovuta anche ad una certa anarchia che regnava tacitamente nei rapporti con la direzione.
Col suo avvento mise subito in chiaro che nessuno poteva lasciare, fuori orario, i locali della banca senza il permesso scritto del proprio responsabile. 

Io, in quel periodo, ero responsabile del reparto cassa; un pomeriggio due  commessi mi chiesero di uscire prima per andare ad un funerale, io acconsentii ma quando erano già sulla soglia li richiamai e mi feci firmare, trattenendoli presso di me, due moduli di permesso in bianco senza nemmeno compilarli. 

Il portiere li fece uscire ma telefonò subito all’ufficio personale per informare che due persone erano uscite dai locali senza titolo, cosa che capitava non frequentemente ma comunque capitava.

Cinque minuti dopo la signorina dell’ufficio personale mi telefonò dicendomi che ero desiderato dal sig. Bianco. Intuii subito il motivo della convocazione per cui in fretta compilai i due permessi inserendo nominativo data e ora e con il cuore in gola andai al suo ufficio.

Mi chiese subito perché erano uscite due persone e io per tutta risposta tirai fuori i permessi e gli dissi del funerale;  guardò i permessi attentamente poi senza aggiungere altro mi guardò intensamente con quello sguardo  mezzo divertito che tirava fuori quando voleva dire che aveva capito ma che comunque il suo interlocutore era stato intelligente  e per questo non  andava sanzionato.

Chiamò la signorina del personale, le chiese di registrare i permessi, quindi volle sapere un sacco di cose su di me e mi chiese se potesse contare sulla mia collaborazione volendo programmare un  “iter” aziendale basato su persone di sua fiducia. 

Credo che avesse già capito tutto di me perché aveva una  capacità analitica e sintetica eccezionale e sapeva leggere molto bene la psicologia del suo interlocutore.

Due anni dopo, nell’aprile dell’82, mi chiamò il direttore della filiale, dentro, assieme al direttore trovai tuo padre; il direttore sotto lo sguardo sorridente di tuo padre mi consegnò la nomina a procuratore. 

Fu un momento di grande  gioia e confusione per me; poco dopo uscii da quell’ufficio e non sapevo bene neanche dove andare tanta era la mia confusione mentale . Dieci minuti dopo l’ufficio del personale mi rintracciò dicendomi che il dott. Bianco mi attendeva nel suo ufficio; quando entrai era commosso e vidi distintamente  sul suo volto due piccole lacrime, ci abbracciammo senza dire niente ma con grande affetto.

Forse era un cerbero con chi se lo meritava ,ma dolcissimo  con chi mostrava impegno e dedizione; il suo modo di essere può essere riassunto nella formula del poeta Virgilio che dice “… parcere subiectos  et debellare superbos”, e non importava quanto alti fossero i superbi, lui li combatteva tutti e noi eravamo ammirati da questa sua qualità e per questo lo amavamo ancor di piu’.

Nello

 

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