Voglio Urlare !
Napoletani e napoletani.....
I 2 ragazzi d'oro, il cortigiano e i banditi di sua maestà
Lezioni di Democrazia
GENESIS a Roma, cosa vuoi di meglio nella
vita dalla musica ?
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True stories Qui troviamo storie rigorosamente
vere, autentiche pubblicate da amici, conoscenti o da noi stessi.
Episodi che sono capitati a qualcuno e che sono indicativi di un modo di essere
della nostra società.
E' bene premettere che nessuna storia vuole essere lesiva o offensiva verso
alcunché, persone, ceti sociali, o altro; bensì si vuole offrire una
testimonianza reale, non artefatta, di uno spaccato di vita vissuta su episodi a
volte banali e a volte non tanto. Un momento per riflettere e nulla
più.
Voglio Urlare ! Aiuto ! Ora ci rubano
pure le idee di 40 anni fà !
Ero in salotto, sulla mia poltrona poco fà quando é successo !
Mia figlia mi aveva chiesto di ascoltare la sua lezione di storia per domani.
"Papà, é storia contemporanea, dal dopoguerra ad
oggi.... in fondo é la tua storia, eh ?".
E fu così che presi in mano il suo bel libro di terza media, pieno di immagini a
colori a me familiari; ma avevo uno strano presentimento, un qualcosa che mi
diceva "... stai attento, questa sera non é come le
altre....".
Ascoltavo con piacere le parole di mia figlia che raccontava quelle pagine del
libro come se venissero da chissà quale periodo. La sua voce era per me una
telecronaca, minuto per minuto, della mia vita, della mia infanzia, dei miei
ricordi.
Il governo Tambroni, Almirante, il primo governo Moro, gli anni del boom
economico, le scelte (sbagliate) dei governi filo americani, di allora, di dare
all'Italia una Politica industriale e tecnologica "pesante", l'ebrezza
ubriacante di competere con i paesi più industrializzati del mondo e di
diventare una Nazione Occidentale protagonista della nuova
"Civiltà dei Consumi", un nuovo credo sociale
che si andava affermando a danno e grazie all'abbandono dei valori e della
cultura contadina.
I nostri "italiani", costretti a lottare economicamente per arrivare alla
fine del mese, furono indotti a scambiare un indispensabile e tanto agognato
frigorifero, o una lavatrice e magari anche una automobile, con una nuova svolta
politica industriale (che poi si rivelerà suicida !) ed a spazzare via ogni
valore umano e tradizionale della cultura italiana buttandosi a corpo morto
nella competizione economica industriale delle Acciaierie
di Terni e delle industrie di Gioia Tauro o
delle lande padane lombardo-venete e piemontesi.
L'Italia trascurava le sue fonti di cultura e ricchezza, prime fra tutte, i
luoghi storici, il turismo di massa e di elite, l'agricoltura con la sua frutta
meravigliosa, la zootecnia, le produzioni alimentari cosi varie e uniche al
mondo (pensiamo alle varietà di formaggi) i fiori, i vigneti che tanto potevano
dare in spumanti e vini nazionali e regionali tanto ricchi e diversificati
(altro che quelli francesi), l'industria tecnologica leggera come le barche a
vela da diporto e da charter (allora non si chiamava così l'andare a vela in
affitto)....
Con le industrie del Nord e quella dell'Auto, gli emigranti del Sud d'italia
costretti a cercarsi lavoro altrove, abbandonavano paesi e campagne, ma i
Governi di allora e i libri di scuola (anche questo di mia figlia) esaltavano
l'impresa economica dell'Industria italiana !
E fu così che gli Italiani, andarono su e giù per la Svizzera, la Germania,
eccetera, con i loro Camion e i Treni, a comprare le materie prime (ferro,
carbone, metalli, ecc.), ritornavano, fabbricavano, producevano e ripartivano,
sempre con i Camion e con i treni per vendere all'estero, illusi di competere
con chi, invece, non doveva fare tutto questo trambusto, perché le materie prime
le aveva in casa....!
Erano gli anni in cui anch'io ero un figlio
e facevo domande a mio padre, e cercavo un confronto delle mie pagine di storia,
della mia musica e della mia cultura con quanto stava accadendo ed era accaduto
finora.
E lui, mio padre, del suo impegno politico di allora, parlava sempre poco;
nonostante, poi, col passare degli anni io, che mi rendevo sempre più conto di
cosa avessi in casa, cercassi un pretesto per coinvolgerlo ad
approfondire, a raccontarmi alcune pagine di storia, quelle si veramente
"vissute" con impeto e ardore sincero di chi lottava per una società migliore e
per i diritti di contadini e cittadini.
Quando mia figlia, nel 2005, parlò del '68,
delle rivolte studentesche e di quelle operaie, delle successive conquiste dei
lavoratori, delle prime e vere lotte sindacali che sancirono, con lo statuto dei
lavoratori quanto la nostra Costituzione (una delle
migliori del mondo e di tutti i tempi, sia sempre ben chiaro), aveva già
delineato in materia di diritti e doveri dei cittadini e dei lavoratori di uno
stato democratico, ebbene, fu proprio in quel momento che sussultai
come scosso da una energia improvvisa, dal sapore di quegli anni!
Intendiamoci, il libro di terza media, non la spiegava affatto così la
storia, ma io ero percorso da un brivido innaturale e bello, al tempo stesso,
pieno di vita.
Fu allora che mi ricordai del manoscritto.
Il manoscritto che mio padre teneva fra le mani quel pomeriggio di marzo, credo
del 1965, quando io, suo figlio di
appena otto anni lo ascoltavo con ammirazione e con molta intensità.
Ammetto che l'interesse era inusuale per un bambino di otto anni ma, le cose
che mi leggeva, i suoi appunti scritti di getto, a penna, con alcune brevi
correzioni calligrafiche inconfondibili, erano frasi chiare e fluenti, come
sapeva scrivere lui, semplici, limpide, geniali, belle, ricche di idee e facili
al tempo stesso da capire anche per un ragazzino che di politica non ne può
sapere.
Bene, quelle frasi, quel discorso, il discorso che
lui aveva preparato in poche ore e che poi,
poche ore dopo avrebbe tenuto al Congresso del Partito Repubblicano
Italiano, l'ultimo suo discorso politico di un uomo che in pubblico ne aveva
fatti e scritti parecchi fino a quel periodo, quel
discorso, altro non era che il programma di sviluppo per l'Italia che mio padre
si apprestava a proporre; un programma alternativo a quello
"dell'industria pesante" ma che, al contrario, indicava nello sviluppo del
mezzogiorno e nella valorizzazione delle ricchezze naturali dell'Italia i
fondamenti per una economia durevole.
Ricordo che per farmi capire, mio padre, nel 1965, mi spiegava con esempi del
tipo: " vedi, i Casinò, ad esempio, dovrebbero farli in
Sicilia, a Taormina e in molti altri posti simili e farli gestire allo Stato
Italiano e non lasciarli solo a Montecarlo...... "
"Perché ?" - dicevo io -
" Non credi che il gioco d'azzardo sia da combattere ?"
E lui: "figlio, é da combattere se non é
regolamentato ed é a scopo di lucro di qualche privato, ma se in Italia
contribuisce ad attrarre, che so', lo Sceicco Arabo che viene da turista e
spende qui i suoi capitali, beh, allora, aiuta il turismo, e porta ricchezza nel
Paese, non trovi ?"
Mio Padre, dopo quel Congresso del '65, insieme a molti altri compagni di
ventura, usci per sempre da quel Partito, stracciarono le tessere. Quella
corrente di uomini puri e idealisti, gli ultimi veri Repubblicani d'Italia, non
volle in alcun modo mischiarsi con chi, dal dopoguerra brigava per minare gli
ideali Costituzionali e Democratici del nostro Paese.
Mia figlia, nel frattempo - e nel 2005 - aveva terminato di ripetere la sua
lezione, tra una definizione di terrorismo nero ed una di terrorismo rosso che
negli "anni di piombo" il libro aveva
spiattellato con inesorabile qualunquismo e indifferenza.
Come se le stragi di Piazza Fontana, di Brescia, dell'Italicus, della
Stazione di Bologna, che fecero molte morti innocenti di grandi e bambini, molte
delle quali oggi ancora impunite (dopo quasi 40 anni !) fossero la stessa cosa
dei rapimenti brigatisti di esponenti governativi , di magistrati e di
altri uomini politici e come se l'uccisione di Aldo Moro fosse un semplice
episodio simile a questi ...... !
Il libro arrivava fino ai giorni nostri, quando la
strategia della politica industriale e del boom economico,
smascherata da Tangentopoli mostra la corda a danno dei poveri e a vantaggio dei
soliti ricchi e potenti.
E mentre mia figlia, stanca ma serene - ma nel 2005 - andava a dormire, io,
mi imbattevo nel talk Show politico della terza rete (Ballarç) che ospitava, tra
gli altri, udite, udite, niente po po di me no che
, il Buon ... Giulio TreMMari... !
Le sue parole mi entravano, violente, come un ladro in casa che frantuma il
vetro della finestra e, incredulo di non trovare nessuno, si guarda attorno.
Visto il silenzio, inizia a rovistare, ad arraffare, devastando idee, pensieri e
parole già scritte da altri tanto, tanto, tanto, tanto tempo fà....
"Signori, vedete, vitengo sia ova che in Italia si sviluppi maggiovmente
il Tuvismo, e si cevchi di povtare al Sud la gente abbiente del Nord che può
spendeve ed acquistave spiaggie, tevveni, e pevché no isole inteve ....... "
Idee e parole "ad arte" per rubare ai poveri (di denaro) ... ricchi di
cultura
o
idee rubate ad altri e copiate male da ricchi (di denaro) ... poveri di cultura
?
Aiuto!
Sto cercando quel manoscritto!
Sono certo che sta in casa e prima o poi, giuro, lo troverò. !
P.S. - Carlo Cattaneo era Repubblicano e non Leghista, terun !
Nick
Lezioni di Democrazia
Quanti di voi hanno letto questo libro ? Non molti credo, chi lo ha letto
abbia il coraggio di dirlo.
E fatemi sapere cosa ne pensate.
Io che a casa sono cresciuto a "Pane e Democrazia" i libri di Mazzini, di
Salvemini, di Carlo Cattaneo (cfr. non ha niente, dico niente a che vedere con
la lega, per cortesia) li ho respirati sin da piccolo: erano li a disposizione,
i più rari, quelli migliori e introvabili anche molti anni fa. Ma siccome devo
attendere un pò per rientrarne in possesso (dei miei libri intendo) tempo fa ho
iniziato a cercare questo nelle librerie. Ho cercato sia a Roma che a Milano,
niente. I librai cercavano sul computer e lo trovavano ma, tuti più o meno
dicevano : " Mazzini ? Giuseppe ? Ma .... é fuori catalogo, guardi probabilmente
lo può trovare alla Biblioteca Nazionale, magari se lo fotocopia..." (!!!)
E i diritti d'autore ? - direi io - come si gestiscono in questo caso ?
Intendiamoci, magari se uno si impegna lo troverà pure, poi sono sicuro che
qualcuno sta pensando di ristamparlo.
Lo sapete perché ?
Perché é sempre meravigliosamente attuale !
Beh, non ci si crede, ma oggi, all'intervallo di una bella partita di
Volley (Serie A) ho casualmente fatto un rapido salto all'Auditorium, sono
casualmente entrato in una libreria e, udite udite, ho casualmente trovato tra
gli occhi increduli della stessa libraia sbigottita l'unica copia "intonza" ma
dimenticata nello scaffale di "filosofia" ! Non faccio pubblicità al libraio o
all'editore ma, se volete studiare la democrazia non potete non partire da
questo piccolo saggio.
Doveri dell'Uomo può essere considerato il testamento
spirituale di Giuseppe Mazzini. Espone in forma piana e accessibile il pensiero
politico del padre della democrazia italiana che, per la capacità di individuare
l'onda lunga della storia, é stato definito il "contemporaneo della posterità".
Pensate che é il solo scrittore politico dell'età tra Illuminismo e Positivismo
che si sia battuto contro le tre forme di discriminazione che ostacolano
l'avvento della Democrazia o che ne minacciano la stabilità :
1. la discriminazione del censo e della nascita
2. quella razziale
3. quella sessuale
Editori Riuniti, Euro 14,00 (IVA compresa) 188pagine
( ma oltre 60 se ne vanno tra prefazione e note bibliografiche)
Nick
Napoletani e napoletani.....
Premetto che ho molti amici napoletani che
stimo molto: é un popolo eccezionale, intelligente, pieno di forza e dotato di
un grande spirito e filosofia di vita.
- ieri, un bel
giorno di agosto, al mare, tornavo verso casa con la bici nella mia
abituale cittadina estiva del litorale tirreno; ero in cerca di una buona
insalata per la cena. Mi affaccio all'ingresso di un alimentari sorto da qualche
anno. Da fuori ancora sulla bici chiedo se hanno dell'insalata. Il
padrone/cassiere con accento marcatamente napoletano mi fa :
" entri pure, la bici la guardo io, non siamo mica a Napoli !.... "
Entro, acquisto ciò che mi serve e pagando gli chiedo:
" Lei é di Napoli ?"
"Si."
"Da quanto tempo é qui ?"
"Otto anni. Io lavoro da 35 anni"
"Io ci vengo dal '67.....Sa per me é un luogo affettivo, quasi una seconda
cittadina natale."
"Non é cambiato molto qui, perché fa comodo a molti pezzi grossi"
"Cosa vuol dire ? Allude ai Napoletani ?" Ribatto divertito.
Il negoziante mi da il resto, e diventa serio.
"Vede, lasci dire a me, la realtà é che il vero Napoletano é un
Signore !"
"E quindi ?"
"La colpa é di quelli che stanno intorno. Hanno rovinato tutto. Sono
invadenti. Si muovono in sciami. Ti accerchiano, ti tolgono lo spazio, il
lavoro, la tranquillità..... e poi ......"
"Guardi che qui é cambiato molto. Anch'io ho avuto grandissimi amici
di Napoli che venivano qui, ma ora é tutto diverso. Chi sono questi ? Cosa vuol
dire ....e poi ?"
"Non la tenga troppo chiusa in busta quell'insalata, Signore, altrimenti
si rovina. Ha visto che la sua bici é sempre qui ? Le auguro una buona serata.
Si ricordi che noi la Domenica siamo aperti tutto il giorno ! Venga a trovarci.
Grazie ancora e arrivederci!"
Esco, ricomincio a
pedalare, ripenso a quel tizio: é vero, anche la nostra spiaggia non é più
come un tempo. La gente é cambiata e molta di quella che é arrivata vuole
"regnare" anche sulle più futili ed effimere iniziative.
Organizzare una serata di karaoke per gli amici, un torneo di playstation, o una
partita a carte sotto il chiosco in riva al mare non é pensabile farlo senza
che si passi per i "napoletani". Per loro diventa una specie di
business.
E' vero, sono invadenti e forse non se ne accorgono nemmeno! Negli anni 90 sono
venuti fin quaggiù piano, piano, a poco a poco, lentamente ma inesorabilmente,
con mamme, nonne, zie, sorelle, nipoti, cugini, suocere, compari, comari, amici,
soci e tanti, vi assicuro, tanti altri ancora! Decisamente troppi ! Quando ti
passano davanti, ti spostano si mettono in mezzo tra te e ciò che stavi facendo
o vedendo, non ci fanno caso, forse. Insomma, tu per loro non esisti, chiaro ? A
meno che non ti fingi uno di loro. Ma devi prendere le loro stesse abitudini, i
loro gusti ed accettare tutti i loro amici, parenti e conoscenti.
Resiste solo un educato e promettente DJ che organizza serate disco (di musica
tecno!!!) all'aperto sulla spiaggia. Non vi dico quanta percentuale di
"napoletani" arriva!
Gli altri, indigeni locali o frequentatori abituali hanno dovuto scegliere:
alcuni sono stati "fagocitati" dallo sciame, altri, sono ancora liberi
di circolare, ma in spazi fortemente delimitati.
Una domanda su tutte svetta in alto e chiede disperatamente una risposta: ma
questi "napoletani" come vivono ? Lavorano ? E che lavoro fanno ? Come
fanno a passare quali quattro (ehi dico 4) mesi al mare spaparanzati al sole di
giorno e al tavolino del chiosco di sera ?
Qualcuno riesce a darci una risposta ? Occhio che i più esperti nel campo hanno
già fallito......
Vogliamo essere buoni ? Questi "napoletani", diciamolo, non sono
quelli di un tempo. Al massimo sono come il peperoncino sulla pasta: un pizzico
ravviva il condimento, ma se é troppo....guasta tutto, toglie il sapore alle
cose, e fidatevi, il palato ne risente davvero!!!
Ma dove sono finiti i "Napoletani", quelli veraci, sinceri, acuti,
colti, raffinati, fantasiosi, sereni, cordiali, gioviali di un tempo?
Avrei tanto voglia di rincontrarli! Vi assicuro che io ne sento proprio la
mancanza.
(il delfino
bianco)
I 2 ragazzi d'oro, il cortigiano e i banditi di sua maestà
Carlo lo conobbi 5 anni orsono: mi ha sempre fatto una buona impressione, sia come persona che come professionista; é uno che ha rischiato, ha lavorato ed ha avuto fortuna ma é sempre rimasto una persona vera che tratta bene le persone, insomma.
Paolo ho avuto modo di conoscerlo molto tempo dopo ed in modo molto superficiale: non saprei giudicarlo sotto il profilo umano; di sicuro é molto abile a destreggiarsi nei meandri del mondo del lavoro dove serve scaltrezza e pelo sullo stomaco,
ma anche relazioni importanti ed intuizioni a cui far seguire azioni repentine e sagaci.
Il Cortigiano che Carlo mi presentò in tempi non sospetti di fronte a un ascensore, mi fece subito una impressione inquietante che, tuttavia, imprudentemente, sottovalutai commettendo uno dei miei più grossi errori: non seppi capire che il Cortigiano era un essere pericoloso
in grado di accoltellare alle spalle chiunque, senza porsi remore umane e senza pensare di vivere con stile la propria esistenza battendosi per qualcosa di giusto.
Quel giorno, di fronte all'ascensore, ebbi la netta sensazione di trovarmi davanti un uomo terrorizzato e spietato al tempo stesso, un essere infimo che non capita spesso di incontrare. L'impressione si delineò ancor più netta di li a poco, quando ebbi occasione
di iniziarci a lavorare insieme: terrore, accondiscendenza esagerata di chi non sa affatto dove é capitato, ma anche opportunismo e tanta ignobile accortezza che rivelava inconfutabilmente i tratti di un uomo "senza palle", un individuo psicolabile pronto a colpirti a tradimento con il sorriso sulle labbra che da bonario ed apparentemente ingenuo si trasformava
repentinamente in cinico e sprezzante ! Doveva essere uno che aveva subito
qualche trauma o nell'infanzia o certamente in tempi recenti nel mondo del
lavoro tant'é che qualcosa trapelò dalle sue parole...
Il Cortigiano non si faceva mai carico dei problemi, non cercava di risolverli con serenità, giudizio e professionalità; semmai li schivava, li affossava salvo poi accusare gli altri di non averli mai voluti affrontare !
Il Cortigiano é in realtà uno dei più grandi mistificatori che io abbia mai conosciuto ! Un camaleontico essere che vive una sindrome molto simile ai "serial-killer" e si cimenta ed agisce con mezzi e modi che rasentano la follia. Non credo sia unico, ma é l'unico di questa categoria di cui io mi sia fidato,
per il quale io abbia anche lavorato ed aiutato e dal quale io abbia ricevuto una enorme coltellata alla schiena, affondata senza aver avuto modo e tempo di accorgermene, per il semplice gusto di far soffrire.
Il Cortigiano é un grande vigliacco, piccolo, umile e servile con i potenti, e viscido, falso e scorretto con gli onesti e i deboli: sembra un personaggio uscito da una fiaba ma, credetemi, é reale : ha un preciso nome e un doppio cognome; é già forse molto ricco, grazie ai suoi modi furbi di farsi strada
e racimolare denaro nel mondo del lavoro.
Il Cortigiano assomiglia nella propria psiche ad un Capo Mafia vecchio stampo: incapace di fare del bene alla gente per bene, crede di saperlo fare quando si occupa della tutela dei suoi cari ma in realtà essendo arido dentro rimuove subito i ricordi dei danni che ha fatto agli altri convincendosi di
essere nel giusto.
Non ho mai capito com'é che Carlo lo abbia scelto e, soprattutto, dove lo abbia
trovato!
Difatti quando si é trovato di fronte ai Banditi, il Cortigiano si é subito inchinato prostrandosi davanti al loro nuovo potere, abbracciando il loro credo, accusando di tutto il male i suoi vecchi "apostoli" ed azzannando ignari innocenti, i più indifesi che meglio potevano essere offerti in dono sacrificale
affinché si potesse compiere il rito magico dei dannati: rito inutile e dannoso con il quale si distrugge per rubare.
Quando arrivarono i Banditi non si fecero scoprire subito: si nascosero agli occhi della moltitudine ed iniziarono ad individuare i traditori di cui servirsi per i loro loschi
scopi, i complici giusti ei soggetti a loro simili.
Fecero patti col Diavolo e Sua Maestà e poi senza pietà ne umanità attaccarono in massa assetati di sangue.
Deve esserci un sottile filo conduttore che lega Cortigiani, Traditori, Vigliacchi e Banditi. Quando essi si incontrano, non importa da dove provengano e per conto di chi siano stati assoldati: si intendono sempre a meravlglia, e, come se conoscessero già il copione, iniziano a cooperare tra di loro colpendo a
destra e a manca, senza conoscere, senza guardare, senza raziocinio, pur di rimanere a galla e
farla da padrone, con l'unico obiettivo di ottenere denaro, potere e gloria, lustro di tante battaglie vinte uccidendo nemici immaginari e per giunta
inermi e disarmati!
Soprattutto non si preoccupano di conoscere e valutare de visu di
scovare il marcio e di tutelare gli onesti.
Il loro motto é "ogni scelta é un errore.. ma... sti cazzi !! Io so
fico é posso decide quello che me pare tanto so er mejo ...".
A loro non importa se danneggiano uomini,
donne, mogli, distruggono famiglie, annichiliscono anziani genitori che vedono
svanire gli sforzi di una vita onesta di fronte a cotanta prevaricazione e
violenza.
E' il loro stile di vita, pensano di essere
dei giusti, vivono incuranti dei guai e delle devastazioni che causano, sono
loro i padroni del mondo!
Di fronte a tanta brutalità, inciviltà e vergogna civile non c'é scampo, signori, occorre battere in ritirata finche si é vivi: meglio feriti che morti.
E così fù per me e per molti ignari di cosa stesse capitando.
(... CONTINUA ...)
GENESIS a Roma, cosa vuoi di meglio nella vita dalla musica ?
Dopo Paul McCartney, Simon e Garfunkel,
Elton John, Billy Joel e Bryan Adams, quest'anno (luglio 2007) il
Telecomcerto ha ospitato l'ultima tappa del tour che ha visto riunirsi, dopo
quindici anni, la formazione quasi completa dei Genesis (mancavano Steve
Hackett e Peter Gabriel).
Un evento che in Italia non accadeva dal 1989. La storia musicale dei
Genesis é veramente una storia "transgenerazionale"; la musica del gruppo é
stata espressione di generazioni dal 1960 in poi ma, soprattutto, ha
completato musicalmente la mente di chi vuole abbracciare tutti i generi
musicali esistenti, dal classico-sinfonico, al rock, al pop, al pop
romantico, al progressive.
I Genesis hanno cercato di creare musica e rappresentarla in modo teatrale,
grazie anche all'inizio a Peter Gabriel, ma grazie sopratutto a Tony Banks
che dal punto di vista musicale ha rappresentato il vero anello di
congiunzione tra tutti i periodi musicali sviluppati dalla band.
Per arrivarci abbiamo dovuto farlo "alla
vecchia maniera" senza passare su troppi corpi umani ma portandoci, ovviamente,
a ridosso del palco, in modo da gustare lo show appieno e cogliere le sfumature
e qualche piccolo errore che i musicisti hanno inevitabilmente commesso, dopo
tanti e tanti anni di lunga e florida carriera artistica.
Ho avuto l'onore di portare la mia figlia più
piccola che al momento non si é resa ben conto della particolarità dell'evento:
una figlia che va al concerto di musica "vera" e di qualità" che ha segnato la
storia musicale nel mondo (Genesis) insieme ai propri genitori, non capita tutti
i giorni e, sopratutto capita a pochi e quasi mai a nessuno :)
Per gli intenditori, certo, i veri Genesis,
gli originali, per intenderci, partivano da qui:
Genesis: Dancing with the Moonlit Knight
Ma questa é un altra storia ....
Nick
(Nick Reddy)
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