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Voglio Urlare !

Napoletani e napoletani.....

I 2 ragazzi d'oro, il cortigiano e i banditi di sua maestà

Lezioni di Democrazia

GENESIS a Roma, cosa vuoi di meglio nella vita dalla musica ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

genesis turn it on again

 

True stories
Qui troviamo storie rigorosamente vere, autentiche pubblicate da amici, conoscenti o da noi stessi. 
Episodi che sono capitati a qualcuno e che sono indicativi di un modo di essere della nostra società.
E' bene premettere che nessuna storia vuole essere lesiva o offensiva verso alcunché, persone, ceti sociali, o altro; bensì si vuole offrire una testimonianza reale, non artefatta, di uno spaccato di vita vissuta su episodi a volte banali e a volte non tanto. Un momento per riflettere e nulla più.   

Voglio Urlare ! Aiuto ! Ora ci rubano pure le idee di 40 anni fà !

Ero in salotto, sulla mia poltrona poco fà quando é successo !
Mia figlia mi aveva chiesto di ascoltare la sua lezione di storia per domani.
"Papà, é storia contemporanea, dal dopoguerra ad oggi.... in fondo é la tua storia, eh ?".

E fu così che presi in mano il suo bel libro di terza media, pieno di immagini a colori a me familiari; ma avevo uno strano presentimento, un qualcosa che mi diceva "... stai attento, questa sera non é come le altre....".

Ascoltavo con piacere le parole di mia figlia che raccontava quelle pagine del libro come se venissero da chissà quale periodo. La sua voce era per me una telecronaca, minuto per minuto, della mia vita, della mia infanzia, dei miei ricordi.  

Il governo Tambroni, Almirante, il primo governo Moro, gli anni del boom economico, le scelte (sbagliate) dei governi filo americani, di allora, di dare all'Italia una Politica industriale e tecnologica "pesante", l'ebrezza ubriacante di competere con i paesi più industrializzati del mondo e di diventare una Nazione Occidentale protagonista della nuova "Civiltà dei Consumi", un nuovo credo sociale che si andava affermando a danno e grazie all'abbandono dei valori e della cultura  contadina.

I nostri "italiani", costretti a lottare economicamente per arrivare alla fine del mese, furono indotti a scambiare un indispensabile e tanto agognato frigorifero, o una lavatrice e magari anche una automobile, con una nuova svolta politica industriale (che poi si rivelerà suicida !) ed a spazzare via ogni valore umano e tradizionale della cultura italiana buttandosi a corpo morto nella competizione economica industriale delle Acciaierie di Terni e delle industrie di Gioia Tauro o delle lande padane lombardo-venete e piemontesi.

L'Italia trascurava le sue fonti di cultura e ricchezza, prime fra tutte, i luoghi storici, il turismo di massa e di elite, l'agricoltura con la sua frutta meravigliosa, la zootecnia, le produzioni alimentari cosi varie e uniche al mondo (pensiamo alle varietà di formaggi) i fiori, i vigneti che tanto potevano dare in spumanti e vini nazionali e regionali tanto ricchi e diversificati (altro che quelli francesi), l'industria tecnologica leggera come le barche a vela da diporto e da charter (allora non si chiamava così l'andare a vela in affitto)....

Con le industrie del Nord e quella dell'Auto, gli  emigranti del Sud d'italia costretti a cercarsi lavoro altrove, abbandonavano paesi e campagne, ma i Governi di allora e i libri di scuola (anche questo di mia figlia) esaltavano l'impresa economica dell'Industria italiana !

E fu così che gli Italiani, andarono su e giù per la Svizzera, la Germania, eccetera, con i loro Camion e i Treni, a comprare le materie prime (ferro, carbone, metalli, ecc.), ritornavano, fabbricavano, producevano e ripartivano, sempre con i Camion e con i treni per vendere all'estero, illusi di competere con chi, invece, non doveva fare tutto questo trambusto, perché le materie prime le aveva in casa....!

Erano gli anni in cui anch'io ero un figlio e facevo domande a mio padre, e cercavo un confronto delle mie pagine di storia, della mia musica e della mia cultura con quanto stava accadendo ed era accaduto finora.

E lui, mio padre, del suo impegno politico di allora, parlava sempre poco; nonostante, poi, col passare degli anni io, che mi rendevo sempre più conto di cosa avessi in casa, cercassi un pretesto per coinvolgerlo ad  approfondire, a raccontarmi alcune pagine di storia, quelle si veramente "vissute" con impeto e ardore sincero di chi lottava per una società migliore e per i diritti di contadini e cittadini.

Quando mia figlia, nel 2005, parlò del '68, delle rivolte studentesche e di quelle operaie, delle successive conquiste dei lavoratori, delle prime e vere lotte sindacali che sancirono, con lo statuto dei lavoratori quanto la nostra Costituzione (una delle migliori del mondo e di tutti i tempi, sia sempre ben chiaro), aveva già delineato in materia di diritti e doveri dei cittadini e dei lavoratori di uno stato democratico, ebbene, fu proprio in quel momento che sussultai come scosso da una energia improvvisa, dal sapore di quegli anni!

Intendiamoci, il libro di terza media, non la spiegava affatto così la storia, ma io ero percorso da un brivido innaturale e bello, al tempo stesso, pieno di vita.

Fu allora che mi ricordai del manoscritto. Il manoscritto che mio padre teneva fra le mani quel pomeriggio di marzo, credo del 1965, quando io, suo figlio di  appena otto anni lo ascoltavo con ammirazione e con molta intensità.

Ammetto che l'interesse era inusuale per un bambino di otto anni ma, le cose che mi leggeva, i suoi appunti scritti di getto, a penna, con alcune brevi correzioni calligrafiche inconfondibili, erano frasi chiare e fluenti, come sapeva scrivere lui, semplici, limpide, geniali, belle, ricche di idee e facili al tempo stesso da capire anche per un ragazzino che di politica non ne può sapere.

Bene, quelle frasi, quel discorso, il discorso che lui aveva preparato in poche ore e che poi, poche ore dopo avrebbe tenuto al Congresso del Partito Repubblicano Italiano, l'ultimo suo discorso politico di un uomo che in pubblico ne aveva fatti e scritti parecchi fino a quel periodo, quel discorso, altro non era che il programma di sviluppo per l'Italia che mio padre si apprestava a proporre; un programma alternativo a quello "dell'industria pesante" ma che, al contrario, indicava nello sviluppo del mezzogiorno e nella valorizzazione delle ricchezze naturali dell'Italia i fondamenti per una economia durevole.

Ricordo che per farmi capire, mio padre, nel 1965, mi spiegava con esempi del tipo: " vedi, i Casinò, ad esempio, dovrebbero farli in Sicilia, a Taormina e in molti altri posti simili e farli gestire allo Stato Italiano e non lasciarli solo a Montecarlo...... "

"Perché ?" - dicevo io - " Non credi che il gioco d'azzardo sia da combattere ?"

E lui: "figlio, é da combattere se non é regolamentato ed é a scopo di lucro di qualche privato, ma se in Italia contribuisce ad attrarre, che so', lo Sceicco Arabo che viene da turista e spende qui i suoi capitali, beh, allora, aiuta il turismo, e porta ricchezza nel Paese, non trovi ?"

Mio Padre, dopo quel Congresso del '65, insieme a molti altri compagni di ventura, usci per sempre da quel Partito, stracciarono le tessere. Quella corrente di uomini puri e idealisti, gli ultimi veri Repubblicani d'Italia, non volle in alcun modo mischiarsi con chi, dal dopoguerra brigava per minare gli ideali Costituzionali e Democratici del nostro Paese.

Mia figlia, nel frattempo - e nel 2005 - aveva terminato di ripetere la sua lezione, tra una definizione di terrorismo nero ed una di terrorismo rosso che negli "anni di piombo" il libro aveva spiattellato con inesorabile qualunquismo e indifferenza.

Come se le stragi di Piazza Fontana, di Brescia, dell'Italicus, della Stazione di Bologna, che fecero molte morti innocenti di grandi e bambini, molte delle quali oggi ancora impunite (dopo quasi 40 anni !) fossero la stessa cosa dei rapimenti brigatisti di esponenti  governativi , di magistrati e di altri uomini politici e come se l'uccisione di Aldo Moro fosse un semplice episodio simile a questi ...... !

Il libro arrivava fino ai giorni nostri, quando la strategia della politica industriale e del boom economico, smascherata da Tangentopoli mostra la corda a danno dei poveri e a vantaggio dei soliti ricchi e potenti.

E mentre mia figlia, stanca ma serene - ma nel 2005 - andava a dormire, io, mi imbattevo nel talk Show politico della terza rete (Ballarç) che ospitava, tra gli altri, udite, udite, niente po po di me no che , il Buon ... Giulio TreMMari... !

Le sue parole mi entravano, violente, come un ladro in casa che frantuma il vetro della finestra e, incredulo di non trovare nessuno, si guarda attorno. Visto il silenzio, inizia a rovistare, ad arraffare, devastando idee, pensieri e parole già scritte da altri tanto, tanto, tanto, tanto tempo fà....

"Signori, vedete, vitengo sia ova che in Italia si sviluppi maggiovmente il Tuvismo, e si cevchi di povtare al Sud la gente abbiente del Nord che può spendeve ed acquistave spiaggie, tevveni, e pevché no isole inteve ....... "

Idee e parole "ad arte" per rubare ai poveri (di denaro) ... ricchi di cultura
o
idee rubate ad altri e copiate male da ricchi (di denaro) ... poveri di cultura ?

Aiuto!
Sto cercando quel manoscritto!
Sono certo che sta in casa e prima o poi, giuro, lo troverò. !

 

P.S. - Carlo Cattaneo era Repubblicano e non Leghista, terun !

Nick

Lezioni di Democrazia

Quanti di voi hanno letto questo libro ? Non molti credo, chi lo ha letto abbia il coraggio di dirlo.
E fatemi sapere cosa ne pensate.
Io che a casa sono cresciuto a "Pane e Democrazia" i libri di Mazzini, di Salvemini, di Carlo Cattaneo (cfr. non ha niente, dico niente a che vedere con la lega, per cortesia) li ho respirati sin da piccolo: erano li a disposizione, i più rari, quelli migliori e introvabili anche molti anni fa. Ma siccome devo attendere un pò per rientrarne in possesso (dei miei libri intendo) tempo fa ho iniziato a cercare questo nelle librerie. Ho cercato sia a Roma che a Milano, niente. I librai cercavano sul computer e lo trovavano ma, tuti più o meno dicevano : " Mazzini ? Giuseppe ? Ma .... é fuori catalogo, guardi probabilmente lo può trovare alla Biblioteca Nazionale, magari se lo fotocopia..." (!!!)
E i diritti d'autore ? - direi io - come si gestiscono in questo caso ? Intendiamoci, magari se uno si impegna lo troverà pure, poi sono sicuro che qualcuno sta pensando di ristamparlo.
Lo sapete perché ?
Perché é sempre meravigliosamente attuale !
Beh, non ci si crede, ma oggi, all'intervallo di una bella partita di Volley (Serie A) ho casualmente fatto un rapido salto all'Auditorium, sono casualmente entrato in una libreria e, udite udite, ho casualmente trovato tra gli occhi increduli della stessa libraia sbigottita l'unica copia "intonza" ma dimenticata nello scaffale di "filosofia" ! Non faccio pubblicità al libraio o all'editore ma, se volete studiare la democrazia non potete non partire da questo piccolo saggio. 
Doveri dell'Uomo può essere considerato il testamento spirituale di Giuseppe Mazzini. Espone in forma piana e accessibile il pensiero politico del padre della democrazia italiana che, per la capacità di individuare l'onda lunga della storia, é stato definito il "contemporaneo della posterità". Pensate che é il solo scrittore politico dell'età tra Illuminismo e Positivismo che si sia battuto contro le tre forme di discriminazione che ostacolano l'avvento della Democrazia o che ne minacciano la stabilità :

1. la discriminazione del censo e della nascita
2. quella razziale
3. quella sessuale

Editori Riuniti, Euro 14,00 (IVA compresa) 188pagine
( ma oltre 60 se ne vanno tra prefazione e note bibliografiche)

 

Nick

 

Napoletani e napoletani..... 

Premetto che ho molti amici napoletani che stimo molto: é un popolo eccezionale, intelligente, pieno di forza e dotato di un grande spirito e filosofia di vita. 

- ieri, un bel giorno di agosto,  al mare,  tornavo verso casa con la bici nella mia abituale cittadina estiva del litorale tirreno; ero in cerca di una buona insalata per la cena. Mi affaccio all'ingresso di un alimentari sorto da qualche anno. Da fuori ancora sulla bici chiedo se hanno dell'insalata. Il padrone/cassiere con accento marcatamente napoletano mi fa : 
" entri pure, la bici la guardo io, non siamo mica a Napoli !.... "
Entro, acquisto ciò che mi serve e pagando gli chiedo: 
" Lei é di Napoli ?"
"Si."
"Da quanto tempo é qui ?"
"Otto anni. Io lavoro da 35 anni"
"Io ci vengo dal '67.....Sa per me é un luogo affettivo, quasi una seconda cittadina natale."
"Non é cambiato molto qui, perché fa comodo a molti pezzi grossi"
"Cosa vuol dire ? Allude ai Napoletani ?" Ribatto divertito.
Il negoziante mi da il resto, e diventa serio.
"Vede, lasci dire a me, la realtà é che il vero Napoletano é un Signore !"
"E quindi ?"
"La colpa é di quelli che stanno intorno. Hanno rovinato tutto. Sono invadenti. Si muovono in sciami. Ti accerchiano, ti tolgono lo spazio, il lavoro, la tranquillità..... e poi ......"
"Guardi che qui é cambiato molto. Anch'io ho avuto grandissimi amici di Napoli che venivano qui, ma ora é tutto diverso. Chi sono questi ? Cosa vuol dire ....e poi ?"
"Non la tenga troppo chiusa in busta quell'insalata, Signore, altrimenti si rovina. Ha visto che la sua bici é sempre qui ? Le auguro una buona serata. Si ricordi che noi la Domenica siamo aperti tutto il giorno ! Venga a trovarci. Grazie ancora e arrivederci!"

Esco, ricomincio a pedalare, ripenso a quel tizio: é vero, anche la nostra spiaggia non é più come un tempo. La gente é cambiata e molta di quella che é arrivata vuole "regnare" anche sulle più futili ed effimere iniziative.
Organizzare una serata di karaoke per gli amici, un torneo di playstation, o una partita a carte sotto il chiosco in riva al mare non é pensabile farlo senza che si passi per i "napoletani". Per loro diventa una specie di business.
E' vero, sono invadenti e forse non se ne accorgono nemmeno! Negli anni 90 sono venuti fin quaggiù piano, piano, a poco a poco, lentamente ma inesorabilmente, con mamme, nonne, zie, sorelle, nipoti, cugini, suocere, compari, comari, amici, soci e tanti, vi assicuro, tanti altri ancora! Decisamente troppi ! Quando ti passano davanti, ti spostano si mettono in mezzo tra te e ciò che stavi facendo o vedendo, non ci fanno caso, forse. Insomma, tu per loro non esisti, chiaro ? A meno che non ti fingi uno di loro. Ma devi prendere le loro stesse abitudini, i loro gusti ed accettare tutti i loro amici, parenti e conoscenti.
Resiste solo un educato e promettente DJ che organizza serate disco (di musica tecno!!!) all'aperto sulla spiaggia. Non vi dico quanta percentuale di "napoletani" arriva!
Gli altri, indigeni locali o frequentatori abituali hanno dovuto scegliere: alcuni sono stati "fagocitati" dallo sciame, altri, sono ancora liberi di circolare, ma in spazi fortemente delimitati.
Una domanda su tutte svetta in alto e chiede disperatamente una risposta: ma questi "napoletani" come vivono ? Lavorano ? E che lavoro fanno ? Come fanno a passare quali quattro (ehi dico 4) mesi al mare spaparanzati al sole di giorno e al tavolino del chiosco di sera ?
Qualcuno riesce a darci una risposta ? Occhio che i più esperti nel campo hanno già fallito......
Vogliamo essere buoni ? Questi "napoletani", diciamolo, non sono quelli di un tempo. Al massimo sono come il peperoncino sulla pasta: un pizzico ravviva il condimento, ma se é troppo....guasta tutto, toglie il sapore alle cose, e fidatevi, il palato ne risente davvero!!!

Ma dove sono finiti i "Napoletani", quelli veraci, sinceri, acuti, colti, raffinati, fantasiosi, sereni, cordiali, gioviali di un tempo? 
Avrei tanto voglia di rincontrarli! Vi assicuro che io ne sento proprio la mancanza.

 (il delfino bianco)

I 2 ragazzi d'oro, il cortigiano e i banditi di sua maestà

Carlo lo conobbi 5 anni orsono: mi ha sempre fatto una buona impressione, sia come persona che come professionista; é uno che ha rischiato, ha lavorato ed ha avuto fortuna ma é sempre rimasto una persona vera che tratta bene le persone, insomma.

Paolo ho avuto modo di conoscerlo molto tempo dopo ed in modo molto superficiale: non saprei giudicarlo sotto il profilo umano; di sicuro é molto abile a destreggiarsi nei meandri del mondo del lavoro dove serve scaltrezza e pelo sullo stomaco, ma anche relazioni importanti ed intuizioni a cui far seguire azioni repentine e sagaci.

Il Cortigiano che Carlo mi presentò in tempi non sospetti di fronte a un ascensore, mi fece subito una impressione inquietante che, tuttavia, imprudentemente, sottovalutai commettendo uno dei miei più grossi errori: non seppi capire che il Cortigiano era un essere pericoloso
in grado di accoltellare alle spalle chiunque, senza porsi remore umane e senza pensare di vivere con stile la propria esistenza battendosi per qualcosa di giusto.
Quel giorno, di fronte all'ascensore, ebbi la netta sensazione di trovarmi davanti un uomo terrorizzato e spietato al tempo stesso, un essere infimo che non capita spesso di incontrare. L'impressione si delineò ancor più netta di li a poco, quando ebbi occasione di iniziarci a lavorare insieme: terrore, accondiscendenza esagerata di chi non sa affatto dove é capitato, ma anche opportunismo e tanta ignobile accortezza che rivelava inconfutabilmente i tratti di un uomo "senza palle", un individuo psicolabile pronto a colpirti a tradimento con il sorriso sulle labbra che da bonario ed apparentemente ingenuo si trasformava repentinamente in cinico e sprezzante ! Doveva essere uno che aveva subito qualche trauma o nell'infanzia o certamente in tempi recenti nel mondo del lavoro tant'é che qualcosa trapelò dalle sue parole...

Il Cortigiano non si faceva mai carico dei problemi, non cercava di risolverli con serenità, giudizio e professionalità; semmai li schivava, li affossava salvo poi accusare gli altri di non averli mai voluti affrontare !
Il Cortigiano é in realtà uno dei più grandi mistificatori che io abbia mai conosciuto ! Un camaleontico essere che vive una sindrome molto simile ai "serial-killer" e si cimenta ed agisce con mezzi e modi che rasentano la follia. Non credo sia unico, ma é l'unico di questa categoria di cui io mi sia fidato, 
per il quale io abbia anche lavorato ed aiutato e dal quale io abbia ricevuto una enorme coltellata alla schiena, affondata senza aver avuto modo e tempo di accorgermene, per il semplice gusto di far soffrire.
Il Cortigiano é un grande vigliacco, piccolo, umile e servile con i potenti, e viscido, falso e scorretto con gli onesti e i deboli: sembra un personaggio uscito da una fiaba ma, credetemi, é reale : ha un preciso nome e un doppio cognome; é già forse molto ricco, grazie ai suoi modi furbi di farsi strada 
e racimolare denaro nel mondo del lavoro.
Il Cortigiano assomiglia nella propria psiche ad un Capo Mafia vecchio stampo: incapace di fare del bene alla gente per bene, crede di saperlo fare quando si occupa della tutela dei suoi cari ma in realtà essendo arido dentro rimuove subito i ricordi dei danni che ha fatto agli altri convincendosi di 
essere nel giusto.
Non ho mai capito com'é che Carlo lo abbia scelto e, soprattutto, dove lo abbia trovato!
Difatti quando si é trovato di fronte ai Banditi, il Cortigiano si é subito inchinato prostrandosi davanti al loro nuovo potere, abbracciando il loro credo, accusando di tutto il male i suoi vecchi "apostoli" ed azzannando ignari innocenti, i più indifesi che meglio potevano essere offerti in dono sacrificale 
affinché si potesse compiere il rito magico dei dannati: rito inutile e dannoso con il quale si distrugge per rubare.

Quando arrivarono i Banditi non si fecero scoprire subito: si nascosero agli occhi della moltitudine ed iniziarono ad individuare i traditori di cui servirsi per i loro loschi scopi, i complici giusti ei soggetti a loro simili.
Fecero patti col Diavolo e Sua Maestà e poi senza pietà ne umanità attaccarono in massa assetati di sangue.

Deve esserci un sottile filo conduttore che lega Cortigiani, Traditori, Vigliacchi e Banditi. Quando essi si incontrano, non importa da dove provengano e per conto di chi siano stati assoldati: si intendono sempre a meravlglia, e, come se conoscessero già il copione, iniziano a cooperare tra di loro colpendo a 
destra e a manca, senza conoscere, senza guardare, senza raziocinio, pur di rimanere a galla e farla da padrone, con l'unico obiettivo di ottenere denaro, potere e gloria, lustro di tante battaglie vinte uccidendo nemici immaginari e per giunta inermi e disarmati!

Soprattutto non si preoccupano di conoscere e valutare de visu di scovare il marcio e di tutelare gli onesti.  
Il loro motto é "ogni scelta é un errore.. ma... sti cazzi !! Io so fico é posso decide quello che me pare tanto so er mejo ...".

A loro non importa se danneggiano uomini, donne, mogli, distruggono famiglie, annichiliscono anziani genitori che vedono svanire gli sforzi di una vita onesta di fronte a cotanta prevaricazione e violenza.

E' il loro stile di vita, pensano di essere dei giusti, vivono incuranti dei guai e delle devastazioni che causano, sono loro i padroni del mondo!

Di fronte a tanta brutalità, inciviltà e vergogna civile non c'é scampo, signori, occorre battere in ritirata finche si é vivi: meglio feriti che morti.
E così fù per me e per molti ignari di cosa stesse capitando.
(... CONTINUA ...) 

 

GENESIS a Roma, cosa vuoi di meglio nella vita dalla musica ?

Dopo Paul McCartney, Simon e Garfunkel, Elton John, Billy Joel e Bryan Adams, quest'anno (luglio 2007) il Telecomcerto ha ospitato l'ultima tappa del tour che ha visto riunirsi, dopo quindici anni, la formazione quasi completa dei Genesis (mancavano Steve Hackett e Peter Gabriel).

Un evento che in Italia non accadeva dal 1989. La storia musicale dei Genesis é veramente una storia "transgenerazionale"; la musica del gruppo é stata espressione di generazioni dal 1960 in poi ma, soprattutto, ha completato musicalmente la mente di chi vuole abbracciare tutti i generi musicali esistenti, dal classico-sinfonico, al rock, al pop, al pop romantico, al progressive.

I Genesis hanno cercato di creare musica e rappresentarla in modo teatrale, grazie anche all'inizio a Peter Gabriel, ma grazie sopratutto a Tony Banks che dal punto di vista musicale ha rappresentato il vero anello di congiunzione tra tutti i periodi musicali sviluppati dalla band.
 

Per arrivarci abbiamo dovuto farlo "alla vecchia maniera" senza passare su troppi corpi umani ma portandoci, ovviamente, a ridosso del palco, in modo da gustare lo show appieno e cogliere le sfumature e qualche piccolo errore che i musicisti hanno inevitabilmente commesso, dopo tanti e tanti anni di lunga e florida carriera artistica.

Ho avuto l'onore di portare la mia figlia più piccola che al momento non si é resa ben conto della particolarità dell'evento: una figlia che va al concerto di musica "vera" e di qualità" che ha segnato  la storia musicale nel mondo (Genesis) insieme ai propri genitori, non capita tutti i giorni e, sopratutto capita a pochi e quasi mai a nessuno :)

Per gli intenditori, certo, i veri Genesis, gli originali, per intenderci, partivano da qui:
 

Genesis: Dancing with the Moonlit  Knight
 

Ma questa é un altra storia ....
Nick

 


(Nick Reddy)

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